Il Presidente del Cluster Lucano dell’Aerospazio: “Le Pmi locali che operano nel settore sono cresciute sensibilmente grazie alla presenza sul territorio di grandi attrattori. Con il modello ‘a tripla elica’ ricerca, industria e PA hanno dato vita a una partnership che si è fatta apprezzare su scala internazionale”.
Quello dell’aerospazio è uno dei cinque cluster su cui la Regione Basilicata ha deciso di puntare per lo sviluppo economico della Regione: una scelta che testimonia come le attività del cluster siano considerate un’eccellenza per i risultati che sono riuscite finora a conseguire su scala nazionale e internazionale. A raccontare in quest’intervista a Spaceconomy360 le caratteristiche del distretto aerospaziale e le sue potenzialità in ottica futura è il presidente Antonio Colangelo, alla guida di CLAS e del Distretto Tecnologico TeRN.
Il Cluster Lucano dell’Aerospazio – Clas Ets, è nato ufficialmente nel 2015, in attuazione della politica di specializzazione intelligente (Smart Specialization Strategy, S3) della Regione Basilicata e rappresenta il risultato di un lungo processo intrapreso molti anni prima.
Attualmente gli associati al Cluster sono 22: tra questi si annoverano consolidati centri di ricerca pubblici e privati come il Cnr, l’Università della Basilicata, l’Enea, TeRN nonché un’articolata rete di PMI fortemente motivata alla ricerca industriale.
Più in generale, il sistema lucano dell’aerospazio, che comprende tutte le aziende lucane impegnate nel comparto e anche quelle non direttamente associate al CLAS, conta su un fatturato annuo complessivo di circa 200 milioni di euro e ha come punto di forza la specializzazione sulle tecnologie di Osservazione della Terra.
L’insediamento avvenuto a Matera nel 1988 del Centro di Geodesia Spaziale, CGS, principale centro operativo dell’Agenzia Spaziale Italiana, ha favorito la nascita, in Basilicata di numerose startup e imprese innovative, sviluppando una forte competenza nel settore delle applicazioni spaziali. A rafforzare l’ecosistema ci sono anche gli insediamenti industriali di grandi player internazionali come E-Geos, Telespazio e Leonardo.
Tra le nostre specializzazioni ci sono, oltre all’Osservazione della Terra, l’Internet of Things, l’Intelligenza Artificiale, il monitoraggio e l’analisi dei dati, la tecnologia dei digital twin, l’high performance computing. A queste expertises, si aggiunge per il settore aeronautica una tra le più importanti produzioni di motori avio a pistoni in Italia.
Siete stati individuati tra i cinque pilastri dello sviluppo dell’economia locale. Come commetta questa decisione?
Direi che ce la meritiamo e che stiamo continuando a raccogliere i frutti del nostro impegno. L’istituzione del Clas ha apportato sicuramente uno slancio significativo all’intero tessuto economico regionale, grazie all’acquisizione ed allo sviluppo di qualità e competenze di notevole spessore.
Il CLAS grazie anche ad un’integrazione sempre più stretta con il distretto tecnologico Tern, ha numeri di tutto rispetto ed è un ecosistema all’avanguardia in cui ricerca, industria e PA hanno saputo unire gli sforzi e lavorare insieme facendosi apprezzare sia a livello nazionale che internazionale. Il sistema lucano dell’aerospazio è ormai un punto di riferimento anche a livello europeo, essendo la Basilicata tra i soggetti promotori della rete europea Nereus (Network of European Regions Using Space Technologies) e di progetti come Space4Globe.
Qual è oggi il vostro principale punto di forza?
Il Distretto lucano dell’aerospazio rappresenta un’eccellenza per le attività riguardanti le tecnologie per l’Osservazione della Terra e la mitigazione dei principali rischi naturali.
In particolare, il sistema lucano dell’aerospazio è un importante fruitore di dati provenienti da diversi sensori a bordo di piattaforme satellitari spaziali. L’expertise guadagnata, grazie a decenni di utilizzo di dati di Osservazione della Terra, è particolarmente focalizzata sul settore dell’economia spaziale del downstream. Tale settore include tutte le applicazioni che vengono sviluppate a terra partendo dai dati raccolti dai dispositivi in orbita: elaborazione dei dati stessi, servizi space-based, di telecomunicazioni, di navigazione e di monitoraggio ambientale, di previsione meteo, a supporto dell’agricoltura di precisione, della prevenzione e gestione delle emergenze, del controllo del traffico aereo e automobilistico. Ad esempio, lavoriamo con colleghi di Spagna e Belgio per la prevenzione del rischio incendi e per la gestione di questo genere di emergenze, o anche sul monitoraggio delle infrastrutture per prevenire il rischio di crolli o di incidenti. Queste applicazioni possono ormai essere considerate mature anche grazie al nostro impegno di ricerca e sviluppo, e sono in grado di dare un valore aggiunto e un vantaggio competitivo sul mercato a chi le utilizza.
Si sente nel vostro campo la carenza di competenze?
Investiamo da sempre sul capitale umano e crediamo fortemente nella formazione dei giovani lucani. Le competenze sono in questo momento uno dei nostri punti di forza: TeRN negli ultimi anni ha potuto contare su un fatturato da 100 milioni di euro che viene fuori solo da progetti, da gare vinte: su questo vive di luce propria, forte dell’esperienza e delle skill accumulate nel tempo e migliorate costantemente.
Qual è il settore più promettente per il futuro?
Dal mio punto di vista è opportuno per il prossimo futuro volgere lo sguardo ed investire sul comparto aeronautico e in particolare sui droni, un trend destinato a crescere velocemente. Dovremo, dunque, essere pronti e capaci ad applicare le nostre competenze, la nostra esperienza e la nostra reputazione in tale ambito. Puntiamo, inoltre, sui sensori e sullo sfruttamento delle migliori opportunità provenienti dal mondo della navigazione satellitare, per interpretare in modo sempre più utile e puntale i dati che possono essere aggregati da queste fonti ed essere utili nel campo dei Digital Twin. Integrare i dati che vengono dai sensori con quelli satellitari in un sistema unico, per interrogarli in maniera semplice e diretta è una prospettiva su cui lavorare intensamente.
Da più parti si chiede una nuova legge di sistema sull’aerospazio, è d’accordo?
Sì, assolutamente: questo settore oggi ha bisogno di essere rivoluzionato se vogliamo cogliere a pieno le opportunità che offre: ci sono molte lacune nel sistema nazionale, mentre gli altri Paesi corrono a una velocità maggiore della nostra. Troppo spesso, inoltre, le gare importanti per l’Italia non vengono gestite nel nostro Paese, ma in Europa, e questa è una ulteriore dimostrazione che il sistema nazionale deve essere ripensato attentamente.
Fonte: Spaceconomy360 – Antonello Salerno